Emerging technology

Assistenti vocali: perché rappresentano ancora una novità

| 7 Giugno 2019 | Valentina Baldon
assistenti vocali scaled Instant Developer


Da anni, oramai, le novità più chiacchierate nel settore tecnologia appartengono per lo più ai cambiamenti legati al mondo smartphone ma, con la diffusione di Alexa, Cortana, Siri e Google Home, ora non è più così raro sentire parlare di assistenti vocali.

Secondo le previsioni a cura di Juniper Research, istituto di ricerca britannico verticalizzato sulla industry tech, entro il 2023 si registrerà una diffusione esponenziale di dispositivi che utilizzano i comandi vocali. Questo significa maggior competizione tra i leader di mercato attuali con altre aziende che stanno raccogliendo la sfida: uno su tutti Alibaba che, fresca di accordo con BMW, ha da poco lanciato il suo Tmall Genie. Anche IBM e Cisco non stanno certo a guardare e si stanno muovendo sempre più velocemente verso il mondo dell’Intelligenza Artificiale.

Smart TV, wearable e dispositivi per la domotica: la tendenza di utilizzare la voce come comando è in significativa crescita, soprattutto tra Millennials e Generazione Z (i precursori di qualsiasi nuova tendenza legata al mondo digitale).

Da tempo si parla anche dei risvolti che la diffusione degli assistenti vocali potrebbe avere per il business e gli scenari sono senza dubbio molto interessanti.

Dall’e-commerce all’automatizzazione del lavoro: gli assistenti vocali per il business

Un’ipotesi molto concreta, infatti, è che gli smart speaker possano essere utilizzati anche nel mondo e-commerce. In questo senso le previsioni di Juniper Research stimano che gli acquisti online effettuati con l’ausilio di assistenti vocali cresceranno fino a raggiungere, entro il 2023, gli 80 miliardi di dollari.

Un’opportunità da non sottovalutare per le aziende che vendono in rete, le quali dovranno rivedere il proprio posizionamento in base alle esigenze di un’utenza in continua evoluzione.  

Non solo e-commerce, però: gli assistenti vocali potrebbero rivoluzionare completamente anche i processi di lavoro nelle aziende, snellendo le operations e lasciando così il tempo al personale di concentrarsi su quelle mansioni che non possono in alcun modo essere automatizzate.

Un esempio? Già oggi possiamo chiedere a Google di mandare un’e-mail al cliente X per chiedergli se è confermato l’appuntamento per il giorno Y. E tutto questo, con il passare degli anni, verrà perfezionato ed implementato con le scoperte relative all’apprendimento automatico ed alla comprensione del linguaggio naturale, oltre alla proliferazione del cloud computing.

A tal proposito, un’indagine condotta da Spiceworks ha rilevato che il 40% delle aziende con oltre 500 dipendenti prevede di implementare gli assistenti vocali dotati di AI nei propri uffici entro la fine di questo 2019. Lo stesso studio ha inoltre dimostrato che il 29% delle organizzazioni presenti in Nord America ed in Europa ha già schierato uno smart speaker dedicato ad alcune mansioni legate allo snellimento delle operations.

Una sofisticazione, molto attesa e nemmeno troppo lontana, che certo rivoluzionerà l’ufficio com’è oggi concepito.

Gli assistenti vocali potranno gestire da soli un ufficio?

Per il momento, la leadership del mercato degli assistenti vocali in ufficio è in mano a Cortana, con il 49% delle quote rispetto al 13% di Alexa for Business.

Questo netto distacco origina dal fatto che Cortana si integra perfettamente con gli applicativi Microsoft quali Office 365, Skype, LinkedIn, Bing e Outlook. Di contro, Alexa for Business è già stato scelto da aziende del calibro di Salesforce, SAP SuccessFactors e ServiceNow: una sfida per la quale attendiamo di vedere i risvolti futuri.

In base ai dati ed alle tecnologie disponibili oggi, è certo che gli assistenti vocali non sono ancora in grado di gestire un ufficio in totale autonomia. Al momento è possibile affidarvisi per lo snellimento dei processi, ma l’essere umano resta ancora uno “strumento” fondamentale all’interno dell’assetto aziendale.

Sono ancora numerosi gli ostacoli da superare prima di assistere ad una proliferazione di smart speaker dotati di Intelligenza Artificiale nei locali aziendali: i livelli di accuratezza sono in rapido miglioramento, ma questo non è certo sufficiente per la gestione strategica del business, per la quale l’uomo resta ancora imprescindibile.

Quali gli ambiti di utilizzo?

I settori in cui potranno essere utilizzati gli assistenti vocali sono quindi molteplici e differenti tra di loro. Sicuramente un primo impiego si potrà avere nell’ambito sorveglianza, ove le interfacce vocali potranno essere utili per la sicurezza dei locali.

Riguardo un utilizzo più legato al mondo impiegatizio e manageriale, invece, si può pensare al light brainstorming o alla presa rapida di appunti. Queste funzionalità, però, dovrebbero essere testate sulla base delle esigenze dell’individuo, dal momento che mouse, tastiera e schermo rappresentano un input veloce che consente attività multitasking che, con un comando vocale, non si potrebbero sfruttare.

Attualmente, le aziende che utilizzano gli assistenti vocali lo fanno per la dettatura di testi (46%), per la collaborazione del team (26%), per la gestione del calendario dei dipendenti (24%), per il customer care (14%) e come supporto nelle attività di gestione help desk IT (13%).

Attività che, nel loro piccolo, vengono decisamente snellite nei processi e che, con il passare del tempo, potrebbero avere un impatto significativo in termini di crescita della produttività aziendale. Piccoli passi verso un futuro sempre più vicino e nel quale gli smart speaker svolgeranno un ruolo sempre più centrale nel mondo business, ma anche lato consumer.

Valentina Baldon
Esperta di Digital Transformation
SEO copywriter e Social media manager. Aiuto le aziende a raccontarsi sul web, con un occhio sempre attento all'algoritmo di Google.

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